giovedì 3 dicembre 2009

MARZIALE - alcuni epigrammi porno o erotici

I. 94 • Cantavi male, finché ti facevi scopare
Cantavi male, finché ti facevi scopare, Egle.
Adesso canti bene: è meglio non scoparti.


34
I tuoi peccati li fa sempre con il portone spalancato
o Lesbia, senza nascondere le tue imprese vergognose;
e uno spettatore ti dà più piacere di un amante,
e non godi felice se, quando godi, nessuno ti vede.
Ma le meretrici non amano i testimoni, mettono la sbarra
alla porta, non si vede nelle case del Summemmio
nemmeno una fessura. Impara il pudore da Giada e Chione:
anche le troie di bassa lega si nascondono tra le tombe.
Credi che il mio rimprovero sia eccessivo?
Ti proibisco solo di farti vedere, non certo di fottere.



I.35

Dici che scrivo versi poco severi, o Cornelio,
e te ne lamenti: versi che un maestro, a scuola,
non potrebbe far leggere agli alunni:
ma queste poesie, come i mariti alle loro mogli,
non possono piacere se ma se manca il cazzo.
Che cosa verrebbe fuori se tu mi comandassi di scrivere
una canzone matrimoniale senza usare termini amorosi?
Chi vorrebbe imporre vestiti alle feste di Flora,
permettere alle puttane il pudore delle matrone?
Questa è la legge stabilita per le poesia giocose:
possano divertire solo se sono pruriginose.
Ragion per cui, deposta la serietà,
perdona - ti prego – i giochi e gli scherzi,
non voler castrare le mie composizioni.
Non c'è nulla di più schifoso di un arrapato senza coglioni.


59 • Come Febo può comprarsi quello schiavetto
Per un ragazzino un mercante di schiavi mi ha chiesto
centomila sesterzi. Mi sono messo a ridere io, ma Febo
glieli ha dati su due piedi. Il mio cazzo ne soffre,
si lamenta con me, tesse - per farmi invidia - le lodi di Febo.
Ma a Febo il suo cazzo gli ha dato due milioni di sesterzi:
dammeli tu, e comprerò schiavetti ancora più cari.



I.73 • un marito ingegnoso
Non c'era nessuno, in tutta la città,
che volesse toccare tua moglie, nemmeno gratis,
o Ceciliano, quando lo si poteva fare senza problemi.
Ma ora che le hai messo attorno i custodi,
c'è una folla di amanti che vuole scoparla:
non sei mica scemo…





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